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Le Nostre Parole
C’era una volta un Team, c’eravamo Noi.
di Alessandra Panaccione
L’emergenza #COVID-19 spinge i gruppi di lavoro ad attivare nella distanza forzata e non abituale, dinamiche razionali e irrazionali, a confrontarsi con emozioni forti, a fronteggiare difficoltà operative e organizzative mai sperimentate con tale pervasività. Cambia il perimetro in cui il gruppo esiste e agisce, e diventa urgente realizzare una nuova forma di coordinamento.
Sono ormai diversi giorni che tanti team sperimentano una profonda rivoluzione interna, comportamenti disfunzionali messi in atto, modi difensivi e automatici di reazione alla paura e allo stress, etichette appiccicate ai colleghi che ci portiamo dall’ufficio e a cui non sappiamo rinunciare, gli atti mancati e i rituali assenti, che invischiano la fluidità del senso del “noi” psicologico, che permette ad un team di vivere e funzionare in modo efficace. Un tale nuovo peso, portato sulle proprie spalle da molti giorni, se non viene velocemente riconosciuto e gestito dal gruppo nel suo insieme, porterà conseguenze.
La distanza, il silenzio, il “non fare”, ma anche le call una dietro l’altra, le mille telefonate, ore e ore al pc dentro casa propria, non sono elementi neutri: senza un rinnovato codice di regole di convivenza a distanza, senza nuovi rituali di legittimazione del team, la dimensione del “noi” rischia di indebolirsi irrimediabilmente.
E quando saremo tornati alla “normalità”, molti manager rischiano di ritrovarsi a mala pena un aggregato da gestire, di certo non un team… e di dover combattere una battaglia di rivitalizzazione senza speranza. Riconosciuto il problema, ovvero che i team che rischiano di disgregarsi nella fase attuale, proviamo a tracciare una direzione per ri-trovarsi e rinnovarsi come gruppo di lavoro a distanza.
Illusione e disillusione minacciano la fiducia, la base di tenuta del team, quando si interpretano come non rispettate le promesse su cui esso si fonda.
Meglio ri-alimentare la fiducia con un rinnovato investimento e trovare il tempo per rigenerare la rappresentazione che il team ha di se stesso nel presente e nel futuro attraverso una visione positiva del team e delle sue caratteristiche in cui le persone possano canalizzare le loro energie di appartenenza.
Compiacenza e distruttività minacciano il conflitto, la motrice del team, quando esso fa auto-sabotaggio, agendo finti accordi o bloccando con la critica ogni movimento dei singoli.
Meglio far ripartire il conflitto proponendo di rinnovarsi, identificando insieme nuovi obiettivi, nuove priorità, nuove modalità operative che il team è chiamato ad acquisire.
Disingaggio e logoramento minacciano l’impegno, il nutrimento del team, quando esso non chiede niente o chiede troppo, è sbilanciato.
Meglio fornire nuovo sostentamento con atti di ispirazione reciproca tra tutti i membri, di espressione di desideri e di volontà di ciascuno.
Adempitività e delegittimazione minacciano la responsabilità, l’affidabilità di un team, quando esso non si misura con i feedback e non riconosce l’impegno profuso.
Meglio fondare una nuova cultura di auto-committenza, aprire le porte all’autocandidatura, alle ownership sulle singole attività da realizzare, sostituendo il principio della colpa con atti di supporto ai colleghi.
Rinuncia e competizione minacciano i risultati, scintilla vitale del team, quando esso si isola, smette di costruire ponti di collegamento con il mondo esterno e con gli altri.
Meglio tenerla accesa dando vita ad una nuova imprenditività, una speranza di futuro declinata in piccoli grandi successi da celebrare quotidianamente.
Forza, #noilavoriamoacasa e ne usciremo realmente uniti come forse mai prima.
Scopri tutti i contenuti del Blog: Le Nostre Parole
Per maggiori informazioni sul percorso formativo a distanza attivabile
da HXO Srl per le persone della tua organizzazione puoi scrivere
a Francesca Sollazzo f.sollazzo@hxo.it
Sono ormai diversi giorni che tanti team sperimentano una profonda rivoluzione interna, comportamenti disfunzionali messi in atto, modi difensivi e automatici di reazione alla paura e allo stress, etichette appiccicate ai colleghi che ci portiamo dall’ufficio e a cui non sappiamo rinunciare, gli atti mancati e i rituali assenti, che invischiano la fluidità del senso del “noi” psicologico, che permette ad un team di vivere e funzionare in modo efficace. Un tale nuovo peso, portato sulle proprie spalle da molti giorni, se non viene velocemente riconosciuto e gestito dal gruppo nel suo insieme, porterà conseguenze.
La distanza, il silenzio, il “non fare”, ma anche le call una dietro l’altra, le mille telefonate, ore e ore al pc dentro casa propria, non sono elementi neutri: senza un rinnovato codice di regole di convivenza a distanza, senza nuovi rituali di legittimazione del team, la dimensione del “noi” rischia di indebolirsi irrimediabilmente.
E quando saremo tornati alla “normalità”, molti manager rischiano di ritrovarsi a mala pena un aggregato da gestire, di certo non un team… e di dover combattere una battaglia di rivitalizzazione senza speranza. Riconosciuto il problema, ovvero che i team che rischiano di disgregarsi nella fase attuale, proviamo a tracciare una direzione per ri-trovarsi e rinnovarsi come gruppo di lavoro a distanza.
Illusione e disillusione minacciano la fiducia, la base di tenuta del team, quando si interpretano come non rispettate le promesse su cui esso si fonda.
Meglio ri-alimentare la fiducia con un rinnovato investimento e trovare il tempo per rigenerare la rappresentazione che il team ha di se stesso nel presente e nel futuro attraverso una visione positiva del team e delle sue caratteristiche in cui le persone possano canalizzare le loro energie di appartenenza.
Compiacenza e distruttività minacciano il conflitto, la motrice del team, quando esso fa auto-sabotaggio, agendo finti accordi o bloccando con la critica ogni movimento dei singoli.
Meglio far ripartire il conflitto proponendo di rinnovarsi, identificando insieme nuovi obiettivi, nuove priorità, nuove modalità operative che il team è chiamato ad acquisire.
Disingaggio e logoramento minacciano l’impegno, il nutrimento del team, quando esso non chiede niente o chiede troppo, è sbilanciato.
Meglio fornire nuovo sostentamento con atti di ispirazione reciproca tra tutti i membri, di espressione di desideri e di volontà di ciascuno.
Adempitività e delegittimazione minacciano la responsabilità, l’affidabilità di un team, quando esso non si misura con i feedback e non riconosce l’impegno profuso.
Meglio fondare una nuova cultura di auto-committenza, aprire le porte all’autocandidatura, alle ownership sulle singole attività da realizzare, sostituendo il principio della colpa con atti di supporto ai colleghi.
Rinuncia e competizione minacciano i risultati, scintilla vitale del team, quando esso si isola, smette di costruire ponti di collegamento con il mondo esterno e con gli altri.
Meglio tenerla accesa dando vita ad una nuova imprenditività, una speranza di futuro declinata in piccoli grandi successi da celebrare quotidianamente.
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